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Dilegua o notte: “Può qualcosa sopravvivere alla morte della bellezza?” Da questo interrogativo che esprime a fondo il turbamento di Giacomo Puccini nel non saper come concludere la sua ultima opera, prende anima un racconto a due piani, romanzo e non biografia, e per questo storia assolutamente vera. Da un lato l’avventura di uno scrittore inviato a Bruxelles dalla casa editrice per scrivere la biografia di una celebre cantante e coinvolto in incontri e avvenimenti sorprendenti, dall’altro il dialogo tra il maestro Puccini e un amico, dialogo intimo e profondo che svela l’anima di entrambi. L’Immortale si fa carne, agisce nel reale, le storie s’intrecciano e intersecano, i personaggi si scoprono sempre diversi dal previsto sorprendendo il lettore in un gioco di svelamenti progressivi. La narrazione dà spazio a eventi incalzanti e spiazzanti come pure alle riflessioni del Maestro lucchese e scorre su questi due piani alla ricerca di una bellezza che nasce proprio dalla certezza che il tempo può essere vinto se la realtà si fa porta e passaggio all’immortalità. Un romanzo pieno di musica e di bellezza, avvincente e profondo nello stesso tempo; un percorso dall’insoddisfazione alla felicità, nella speranza che anche il lettore si senta coinvolto in una metamorfosi radicale, vivendo ogni giorno nella pienezza di una vita ricca di significato.