• Stagioni (sognate)

    Francesca Favaro 12,00
    Proposti in un ordine che capovolge la più antica sequenza dell’annuale fecondità (in base alla quale si disponevano i mesi dalla primavera all’inverno), i racconti che compongono il volume Stagioni (sognate) tracciano il percorso di un anno che solo in apparenza viene scandito dalla cronologia. Questo particolarissimo anno sognato smentisce ogni linearità dell’esperienza in un rincorrersi sfumato di percezioni, trasalimenti e memorie. Nessuna pretesa di realismo – se non quello che appartiene al sentimento e alle verità del cuore – caratterizza queste cinque brevi narrazioni che piuttosto si volgono verso la dimensione del mito e verso la leggenda. Partecipe dei sussulti e dei trasalimenti dell’animo umano – anzi, protagonista autentica, insieme agli uomini, di queste pagine – è la natura, la cui voce, fatta di foglie e di petali, di nuvole e di vento, non suona mai uguale, ma ritorna, appunto, stagione dopo stagione.
  • La voglia di caffè

    Benedetta De Nicola 13,00
    Se vi capitasse di passare a Napoli, state bene attenti perché un essere completamente vestito di nero, cupo e ambiguo, potrebbe derubarvi di quanto di più caro possediate al mondo: la vostra storia.
  • Continuano le avventure di Hima Terra, neo Vice Questore aggiunto della Polizia a Pisa. Dalla solo apparente tranquillità della citta toscana, la vicenda si allarga in Europa e più precisamente a Veliko Tarnovo, un’amena località a poche ore da Sofia nota per ospitare una roccaforte medievale: la fortezza di Tsarevets. Là ha sede Cruciatus, una potente organizzazione criminale che opera nell’oscuro e torbido mondo del dark web decisa a prendersi con ogni mezzo il monopolio del mercato delle perversioni. Da Pisa a Veliko un alternarsi di rocamboleschi eventi farà incontrare personaggi che mai si sarebbe pensato di trovare in quelle circostanze, mentre un ultimo colpo di scena rimetterà tutto in discussione lasciando il lettore col fiato sospeso in attesa dell’epilogo finale.
  • La voce del fiume

    Emilia Bigiani 15,00

    “…Sono un torrente di montagna nato fra i picchi, conosco il sole e il gelo, ho in me il sale delle rocce; continuo a scavare il mio percorso con immutata pazienza, facendomi strada fra i sassi che la montagna stessa mi fa ruzzolare addosso perché io possa ancora prendermi il tempo per farmi ascoltare e per continuare a raccogliere le sorprese che sempre mi riserva il Castagnaio mentre tento la via del mare…” Il romanzo 'La voce del fiume' è il ritorno della protagonista ai propri luoghi d’origine alla ricerca delle radici perdute perché senza di esse è più difficile andare avanti, specie in una società ingannevole e ambigua com’è quella nella quale si trova a vivere. Le donne che ritroverà sono donne che vivono da sempre su quella montagna; ben prima di ogni battaglia per l’emancipazione, sono diventate consapevoli di sé, dedite alla sacralità della vita, all’importanza dei legami con la terra e tutti i suoi abitanti, uomini e animali, bambini e vecchi. Sono donne silenziose e scabre, essenziali e assolute, raccontate nei loro gesti quotidiani, in un presente storico che le fissa in immagini emblematiche come le figure di un presepe.

     
  • La Novia

    Tiziana De Felice 13,00
    Montegiordano (Cosenza), primi anni Sessanta. Una regola antica ma sempre viva in alcune sacche popolari, stabilisce che la figlia minore non può maritarsi se la maggiore non l’ha ancora fatto. La protagonista viene quindi costretta ad un matrimonio non voluto perché sua sorella si è compromessa e deve riparare. Lo sposo che le è stato assegnato, che aveva posato lo sguardo su di lei fin da quando era adolescente, è un personaggio potente ma ambiguo e senza scrupoli che tesserà una trama perversa alle sue spalle costringendola ad una vita di dolore ed espiazione, fino all’epilogo quando, in un moto di ribellione, si libererà dei lacci che l’hanno costretta all’inferno per riprendersi almeno la dignità. Il titolo prende le mosse da un famoso brano del 1961 dell’autore cileno Antonio Prieto, poi tradotto in italiano con parole di Mogol e Tony Dallara e presentato da quest’ultimo e da Domenico Modugno nel 1962 dove si racconta di una ragazza all’altare che piange “ma non di gioia”.
  • Il distintivo del Genoa

    Pietro Mascagni 13,00
    Il distintivo del Genoa ci narra fin dove si può spingere l’avidità del potere pur di raggiungere l’obiettivo agognato. Cosa può portare a fare la frustrazione in un Magistrato relegato per troppi anni a ruoli subalterni per l’intraprendenza e la spregiudicatezza dei colleghi? In questo romanzo i protagonisti si servono di una inchiesta costruita ad arte nei confronti di una importante Loggia Massonica per compromettere definitivamente l’immagine e la carriera dei rivali. Ma quando tutto sembra favorirli e i giochi sembrano fatti, qualcosa verrà a ristabilire una verità che inutilmente era stata rivendicata fin dall’inizio e il castello di carte crollerà miseramente mettendo a nudo lo squallido tentativo di ricatto perpetrato ai danni dell’Organizzazione e di alcuni membri della politica nazionale.
  • La magia nelle parole

    Emilia Bigiani 15,00
    La magia nelle parole. Da sempre il “fantastico” è un universo parallelo al reale che funge da luogo dove il reale si specchia per ricoprire e riscoprirsi. Ben lo sa la nostra Autrice che ad esso rivolge le sue attenzioni per “raccontare” ciò che la memoria ha perso in una progressiva e inarrestabile deriva. Deriva che l’ha portata lontano dalle sue radici per condurla in un alienante eterno presente dove tutto vive e si esaurisce nell’attimo che si sta vivendo. Questi racconti che Emilia Bigiani ci propone vogliono essere un cammino a ritroso alla scoperta, o meglio alla ri-scoperta, di ciò che davvero ci appartiene e che costituisce il senso vero dell’esistenza. Il sapiente uso della fabula vuol essere un escamotage per restituire alla fantasia quella libertà che le permette di riappropriarsi di quei valori etici, sociali e morali che sono andati via via opacizzandosi. La parola - e la magia che contiene - diventa così veicolo di una narrazione densa di suggestioni e di emozioni che ci porta in luoghi e tempi diversi facendoci incontrare figure archetipiche. Sono loro, con le loro storie, che ci invitano a riprenderci il primato sulle cose effimere che ci vengono millantate come “necessarie” alla nostra esistenza.
  • Lettere per un addio

    Maria Pia Oelker 13,00

    Libro postumo in uscita a breve, abbiamo deciso di pubblicare 'Lettere per un addio', romanzo epistolare, non solo per rendere omaggio ad una autrice che ha pubblicato con noi il romanzo l’Emporio, ma perché riteniamo Lettere per un addio straordinariamente attuale. In un’epoca nella quale mail e WhatsApp determinano la comunicazione tra persone di tutte le età, riassaporare il piacere di un carteggio epistolare, con i suoi tempi e le sue dinamiche, diventa un prezioso strumento per approfondire le evoluzioni dei sentimenti e il piacere della narrazione. Con queste lettere ripercorriamo un tratto della vita dei due protagonisti cogliendo nelle allusioni, quasi mai esplicite, un passato importante che né il tempo né la lontananza hanno saputo obliare. Talvolta si tratta di lunghe riflessioni e racconti del vissuto, talaltra di semplici interazioni emozionali ma sempre appare nitido il valore che entrambi attribuiscono ai sentimenti e l’importanza di una complicità e di una intesa fondata su solide basi. Maria Pia Oelker ci lascia, inconsapevolmente, una importante eredità: fissati sulla carta, quei pensieri e quelle narrazioni si fanno storia, non solo dei destinatari ma anche di quel mondo che attraversano e che interagisce con loro. Fermano, quasi fotograficamente, un tempo e dei luoghi destinati a cambiare e in questo modo consacrano ai posteri, laddove dovessero venirne in possesso, una tranche de vie che resterà a futura memoria con tutte le emozioni che contiene.

     
  • Patens Dei Gloriae

    Pietro Mascagni 13,00
    Patens Dei Gloriae: 18 Luglio 2010, in una chiesa dove entra, per caso, in occasione di un matrimonio, una porta murata di una cappella ed una targa in latino dal contenuto inquietante “Patens Dei Gloriae praeclusa hominis peccato” attira la curiosità del protagonista di questa storia. Inizia così per lui una interminabile settimana durante la quale un anziano sacrestano racconterà, durante le ore di chiusura della chiesa, la drammatica storia di quella porta e di quella targa. Fantasmi del passato tornano a popolare la chiesa e la canonica rimandando ad una Livorno degli anni ’30 evocati dalle parole del sacrestano fino a svelare vittime e carnefici della vicenda. Ma quando tutto sembra chiarito, un colpo di scena farà saltare le certezze acquisite mettendo tutto in discussione.
  • La cattedrale nel mare

    Marcello Lippi 18,00
    Ne 'La cattedrale nel mare' la nostra felicità sta nel raggiungere, non con le nostre forze ma in modo misericorde e gratuito, una consapevolezza della propria identità, un significato che illumini l’esistenza e dia senso anche alle piccole cose, liete o tristi che siano. La ricerca della felicità anima tutti i personaggi di questo romanzo secondo percorsi diversi eppure convergenti, su piani apparentemente incompatibili eppure capaci d’intersecarsi. La ricerca implica l’esistenza del Mistero da ritrovare: la capacità di aprire gli occhi dell’anima e vedere laddove altri non vedono è un grande dono. Che poi si riconosca quell’Avvenimento capace di cambiare la propria vita radicalmente e condurla a piena realizzazione o che si chiudano ostinatamente gli occhi per non accettare quanto essi vedono, è nella libertà di ognuno. Tre uomini profondamente diversi: un critico teatrale, un costruttore di cattedrali e un vedovo pensionato, uniti da un invincibile bisogno di realizzazione e felicità, vivono avventure affascinanti tra Francia, Italia, Germania, Olanda e Cile, mossi da un destino che si manifesta loro attraverso presenze reali o immaginifiche inviate a provocare quell’incontro, quel cambiamento radicale dell’esistenza che chiamiamo Avvenimento. Ma non meno importanti sono le presenze femminili, quelle che sono loro a fianco e quelle che incontrano: ognuna porta in sé, con linguaggi diversi, la voce dello Spirito e ne è, più o meno coscientemente, testimone e portavoce. Sarà proprio da questa complessa e conflittuale dialettica che ognuno si troverà costretto a scegliere e a fare i conti con un “libero arbitrio” che non è mai una facile scappatoia alle proprie responsabilità. Nulla in queste pagine è come appare, tutto rimanda ad Altro e al supremo abbandono, ad una volontà diversa da noi, operante per renderci pienamente felici.
  • Pezzi di cuoio

    Simone Falorni 12,00
    Edoardo Pellegrino, alle soglie dei quarant’anni, vive serenamente la sua superficialità galleggiando nel Comprensorio del Cuoio, insieme di piccoli comuni della provincia pisana noti per gli “odori”, che siano di pelle conciata o di tartufo bianco. È un single convinto, ama la sua moto, il buon vino e, a modo suo, le donne. Tutti i comportamenti di Edoardo sono finalizzati a un unico obiettivo: limitare al minimo ogni forma di responsabilità. Architetto come formazione, si rifugia a lavorare nella rivista culturale cittadina “Cuore” dove sfrutta il suo sarcasmo innato e la sua buona mano facendo il vignettista e curando il sito web. Il fondatore della rivista, l’enigmatico Diego, e il capo redattore, il passionario Fulvio, sono suoi amici d’infanzia. Nulla sembra turbare la vita tranquilla che Edoardo si è scelto. Il destino vuole, però che, a causa di un malore, Fulvio non possa recarsi in Chiapas per un servizio sugli zapatisti e Diego, promettendo una mini vacanza a Playa del Carmen, convince Edoardo a partire. Inizia l’avventura che porterà Edoardo, contro la sua volontà, ad affrontare situazioni per lui impensabili. Riuscirà questa storia a cambiare Edoardo o rimarrà il solito “surfista” della vita? La domanda rimane aperta e il finale, naturalmente, è a sorpresa.
  • Ora che tutto sembra volgere con una cer­­ta equità alla sua fine, sediamoci qualche istante a parlare come due vec­chi amici che stanno per separarsi. Come è consue­tudine nei mo­menti in cui la fiaba si con­­giunge alla realtà in un viluppo di sovrapposizioni che alla lunga non si sa più se appartengano all’una o all’altra, la disposi­zione naturale delle cose è quella giusta. La fiam­­ma del camino arde e con im­prevedibili guiz­zi accen­de e spegne bagliori sui nostri volti. L’ora, che il pendolo scan­di­sce con simmetrica o­scillazio­ne di qua di là, si appre­­sta a essere significata con il massimo dei rintocchi che le sono assegnabili. L’a­nimo è predisposto come un vesti­to con risvolto sfoderato alla funzione del rammendo. E, come at­teso, il gatto, che con l’inna­ta a­gilità ne segue tutti i movimenti, si desterà al momen­to opportuno fingendo non­­curanza (è questo il culmine del­la sua apparente indo­lenza) e cercherà un altro posto do­ve proseguire l’ascolto…” Un romanzo che imprigiona la mente portandola in luoghi reali che sembrano fantastici e in fantastiche avventure che sembrano reali. La storia, ricca di eventi e di colpi di scena, talvolta sembra solo un pretesto per consentire all’Autore di perdersi in considerazioni profonde affrontate con ironia e leggerezza e indurre il lettore a seguirlo in cerca di un confronto o un dialogo nel quale, più che cercare conferme, apre le porte agli sconfinati mondi della mente e dello spirito per invitare a superare ogni pregiudiziale inibizione e trovare, finalmente, quella libertà del pensiero che è fonte di saggezza e felicità.

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